Letture 2016

Lo spirito della parola

 
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L’uso scientifico dei termini implica che abbiamo eliminato i “fumi della fantasia” e trovato l’esatta correlazione fra termini e concetti. Chiarezza, distinguibilità e precisione sono gli ideali — e le condizioni — dell’intelligibilità scientifica. I termini sono espressioni visibili e udibili dei concetti, e un concetto è un medium quo, un mezzo con e attraverso il quale significhiamo la cosa reale. Ma questo non è tutto e non è certo l’aspetto più importante del linguaggio, dell’uomo e della realtà. Ridurre il linguaggio a mezzo, l’uomo a un sistema di informazioni e la realtà a una rete globale di comunicazioni è un impoverimento del linguaggio, dell’uomo e della realtà. Panikkar mette in discussione l’equivalenza fra parola e termine e rivendica il potere creativo della parola, che si rinnova e si arricchisce ogni volta che è pronunciata, rinnovando e arricchendo chi la pronuncia. Il termine è solo l’ombra della parola: se identifichiamo la parola come termine la inchiodiamo a un significato specifico e relativo e le spezziamo le ali, impedendole di volare libera nel cielo della coscienza umana.


Raimon Panikkar, nato nel 1918 i Barcellona da madre spagnola cattolica e da padre indiano indù, partecipa di una pluralità di tradizicini: indiana ed europea, indù e cristiana, cientifica e umanistica. Sacerdote cattolico dal 1946, ha lasciato l' Europa per l’India nel 1954, dove stato ricercatore nelle Università di Mysore e Varanasi. Tra il 1960 e il 1963 ha vissuto a Roma dove ha insegnato come libero docente di Filosofia della religione alla Sapienza. Nel 1966 è stato chiamato a Harvard in qualità di visiting professor, e successivamente, dal 1972, è stato professore di Filosofia comparata delle religioni all' Università di Santa Barbara, in California. Ha pubblicato più di quaranta volumi in diverse ingue, e un migliaio di articoli sulla storia delle religioni, la teologia, la filosofia della scienza, a metafisica, l’indologia e il dialogo tra culture e religioni.


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